Il Fadiesis Accordion Festival è “sbarcato” a Capodistria con Non capivamo: la grande guerra degli “ultimi”

Giovedì 26 ottobre è stato un momento di particolare significato simbolico per il Fadiesis Accordion Festival, che ha esordito fuori dai confini nazionali con lo spettacolo Non capivamo, presentato a Capodistria nell’elegante cornice di Palazzo Gravisi, presso la sede della Comunità degli Italiani “Santorio Santorio”, alla presenza del presidente Mario Steffè e della console generale d’Italia, Iva Palmieri. Scritto da Romeo Pignat e liberamente tratto dal laboratorio Movimenti nelle retrovie realizzato dall’Associazione Bellunesi nel Mondo, il concerto-racconto-immagine è stato interpretato con grande sensibilità da Giorgio Monte, voce narrante, e Gianni Fassetta, fisarmonicista e direttore artistico del Festival. Un percorso tra immagini, musica e parole che trascina lo spettatore dentro le vicende che sconvolsero le popolazioni civili delle terre occupate, lacerando famiglie e comunità. Una narrazione, accompagnata dalla voce struggente della fisarmonica, che ci avvicina alla condizione umana e psicologica degli “ultimi” durante il primo conflitto mondiale: donne, anziani e bambini, schiacciati dagli eventi dell’occupazione seguita alla Rotta di Caporetto e spesso dimenticati dai libri di storia. Uno straordinario repertorio fotografico, da archivi pubblici e privati del Veneto e del Bellunese, ha permesso di avvicinare gli spettatori a vicende e vissuti dove la dignità umana violata dalla guerra è al centro della narrazione. Non capivamo vuole così contribuire a creare una coscienza attiva della storia, oltre la retorica di molta memoria, oltre le ideologie e i nazionalismi. Ha fatto, perciò, particolare piacere che la Comunità degli Italiani di Capodistria abbia predisposto un manifesto dell’evento accompagnato dal titolo Nismo razumeli e che gli “sconfinamenti” siano diventati “prekoračitve”: un ulteriore segno di crescita e internazionalità per il nostro giovane Festival.