bandoneòn

Il bandoneón fu prodotto artigianalmente tra gli anni 1845-46 nella città tedesca di Krefeld dal fabbricante di strumenti Heinrich Band con lo scopo di ottenere uno strumento portatile il cui suono fosse simile a quello dei piccoli organi.

Questa invenzione diede al mondo musicale uno strumento nobile e di facile trasporto, motivo per cui fu adoperato nelle processioni religiose. In seguito, sempre per queste sue caratteristiche, fu utilizzato per eseguire musiche popolari e ballabili.

Si deve probabilmente all’irlandese Thomas Moore l’introduzione del bandoneón in Argentina e Uruguay, dove, grazie alla danza popolare del “tango”, esso è divenuto lo strumento più diffuso nel Rio de la Plata. È stato l’argentino Alejandro Barletta a restituire il bandoneón al repertorio classico negli anni ’40 facendo, inoltre, progredire la tecnica dello strumento.

Il bandoneón è composto da due tastiere: 38 tasti per la mano destra e 33 per la mano sinistra. Questi 712 tasti, ad eccezione di 12, emettono un suono quando si apre il mantice ed un altro quando lo si chiude, senza relazioni di tono o semitono. La sua estensione è di quasi cinque ottave. La particolare distribuzione dei tasti nei due manuali permette l’esecuzione di accordi molto ampi che sarebbe impossibile ottenere con altri strumenti.